La parola “simbolo” ha radici etimologiche nel verbo greco συµβαλλω, il cui significato letterale è “metto insieme, unisco, avvicino, congiungo, scambio, confronto, mi incontro, mi imbatto, mi metto in relazione”. Questo concetto di unione e connessione è intrinseco al concetto di simbolo, che rappresenta un’idea, un concetto o un significato più ampio attraverso un segno o un’immagine. In questo modo, il simbolo agisce come veicolo per la rappresentazione e la trasmissione di concetti complessi e astratti, trasformando concetti cerebralmente astratti in forme tangibili e comprensibili. La stretta connessione tra il significato originario della parola “simbolo” e il suo ruolo di rappresentare e unire concetti diversi sottolinea l’importanza storica e concettuale del concetto di simbolo nelle varie culture e tradizioni.

Nel mondo greco, il simbolo dell’ospitalità rappresentava un legame significativo tra individui, famiglie o addirittura intere città. Questo simbolo, spesso sotto forma di una tessera fatta di varie materie, simboleggiava l’importanza dell’ospitalità e dei legami reciproci. Quando veniva utilizzato, l’oggetto veniva spezzato in due parti, e ciascuna delle due controparti riceveva una parte. Questo gesto non solo rappresentava l’ospitalità tra le parti coinvolte, ma creava anche un legame simbolico duraturo, sottolineando l’importanza della reciproca assistenza e del supporto nella società greca.

Il simbolo aveva anche un significato più ampio all’interno della cultura e della società dell’epoca. Oltre a rappresentare un simbolo di riconoscimento, era anche considerato una sorta di tessera o permesso per accedere a luoghi pubblici, privati o riservati, conferendo un senso di autorizzazione e appartenenza. Secondo Bertoletti (1986), questo concetto evidenzia l’importanza simbolica dell’oggetto non solo come elemento di identificazione personale, ma anche come simbolo di status e appartenenza sociale.